lunedì 19 luglio 2010

Cnca: “Il governo taglia i progetti contro la tratta”

La denuncia del Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza: “Scomparsi 2 milioni e mezzo di euro dal bilancio di previsione del dipartimento delle Pari opportunità”. Babolin: “Brinderanno gli sfruttatori”.



ROMA – Azzerato il fondo destinato al finanziamento dei progetti contro la tratta e il grave sfruttamento previsti dall’art. 13 della legge 228/2003 (“Misure contro la tratta di persone”). A darne notizia è il Coordinamento nazionale comunità di accoglienza (Cnca) che – in una nota – definisce l’azzeramento “sorprendente e gravissimo”.
La denuncia parte dalla considerazione che nel bilancio di previsione del Dipartimento nazionale Pari Opportunità relativo agli anni 2010 e 2011, sarebbero scomparsi i 2 milioni e mezzo di euro stanziati negli anni scorsi. “Questi progetti finanziano sia l’attività di primo contatto, in strada e indoor, per far emergere i fenomeni della tratta e del grave sfruttamento sessuale, lavorativo e connesso alle attività di accattonaggio, sia la pronta assistenza di tre mesi per le vittime che decidono di uscire dalla loro condizione di assoggettamento” è il commento del Cnca. Grazie a questi progetti – si legge ancora nella nota – sono state offerte in questi anni “opportunità reali di aiuto a migliaia di persone sfruttate e vittime dei racket”. Ma si sono anche sviluppati, in tanti territori, “rapporti proficui tra organizzazioni della società civile, magistratura, forze dell’ordine, ispettorati del lavoro, anche attraverso azioni comuni di formazione e sensibilizzazione”. E, non ultimo, proprio dai progetti sono venute le “denunce da cui sono partite tante inchieste in tutta Italia, permettendo di colpire pericolose organizzazioni criminali.”
“Un sistema di aiuto alle vittime e di contrasto del fenomeno della tratta e del grave sfruttamento”, dichiara Lucio Babolin, presidente del Cnca, “rischia di saltare. Sarebbe davvero incredibile, visto che il nostro paese è all’avanguardia nel mondo in questo settore”. Babolin ha poi sottolineato che le difficoltà di bilancio non possono giustificare il taglio dei fondi. “2,5 milioni di euro sono niente per le finanze dello Stato – aggiunge – e tantissimo per chi si batte contro racket e sfruttatori, gli unici che brinderebbero a una tale decisione. È anche con i fondi dell’art. 13, per capirci, che si è contrastato lo sfruttamento degli immigrati nelle campagne pugliesi E così in molte altre parti d’Italia”. Ma se dovesse essere “confermata l’indiscrezione di un possibile smantellamento della struttura tecnica sulla tratta oggi attiva presso il Dipartimento per le Pari Opportunità, saremmo davvero al de profundis per il sistema”, prosegue. “Per queste ragioni - conclude Babolin – chiediamo al Governo di ricostituire il fondo con lo stesso importo dello scorso anno e al Dipartimento un incontro, al più presto possibile, per avere chiarimenti in merito”. 
(Tratto da: Redattore Sociale del 07.07.10)

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