articolo pubblicato su Melting Pot
Un mercato sommerso di permessi, una compravendita permanente del diritto di soggiorno: questa è la reale applicazione della legge Bossi Fini.
Un mercato sommerso di permessi, una compravendita permanente del diritto di soggiorno: questa è la reale applicazione della legge Bossi Fini.
La chiamiamo sanatoria truffa ma non riguarda solo la legge di emersione. Li chiamiamo truffatori ma in realtà non sono una banda che agisce in maniera eccezionale ed estemporanea.
Ciò che è emerso più che in altre occasioni con le truffe nell’ambito della sanaotoria 2009 non è altro che la punta dell’iceberg di un circuito di compravendita del diritto di soggiorno dei migrnati, in questo paese, che quotidianamente si riorganizza intorno ai dispositivi della Legge Bossi Fini.
Ciò che è emerso più che in altre occasioni con le truffe nell’ambito della sanaotoria 2009 non è altro che la punta dell’iceberg di un circuito di compravendita del diritto di soggiorno dei migrnati, in questo paese, che quotidianamente si riorganizza intorno ai dispositivi della Legge Bossi Fini.
A guardarla da lontano, la truffa della sanatoria, potrebbe sembrare una variante criminale d’eccezione che si inserisce negli interstizi della normativa, ma avvicinando lo sguardo alle tante storie dei truffati, al tessuto culturale ed economico che regola l’accesso al titolo di soggiorno in questo paese, ci accorgiamo che le truffe, i raggiri, l’indebitamento che rasenta l’estorsione, sono la realtà permanente del Governo dell’immigrazione, un mercato della vita che si regge sugli istituti principali della normativa italiana.
Non c’è insomma un’organizzazione che, raggirando la legge, "favoreggia l’immigrazione illegale", ma appare sempre più evidente come vi sia una regolazione della condizione del diritto di soggiorno dei cittadini migranti che passa sempre più attraverso la circolazione di denaro, lo scambio di favori, una legge le cui maglie si aprono e si restringono a seconda dei livelli di corruzione esistenti.
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