“I profughi? Affidiamoli ai loro connazionali”
Onlus astigiana: “Integrazione più facile nelle case di chi vive già qui”
Un appello alla solidarietà fra migranti per combattere l'emergenza profughi.
L'inedita proposta lanciata da PIAM onlus (Progetto Integrazione Accoglienza Migranti) di Asti non è passata inosservata e ha subito trovato favorevoli e contrari.
Il progetto illustrato dal presidente Alberto Mossino è quello distribuire i profughi tra le famiglie di migranti disponibili all'accoglienza: una sorta di affido retribuito con le stesse risorse che dovrebbero essere impegnate in strutture più grandi, come tendopoli o CPT.
“Si risparmierebbero soldi pubblici - sostiene Mossino - oggi si spendono 70 euro al giorno per ciascun ospite a Manduria. Parte di quella cifra potrebbe essere data alle famiglie disposte all'ospitalità e il resto per sostenere i costi delle associazioni che si occuperebbero di garantire il funzionamento di questa soluzione, naturalmente sotto il controllo delle Prefetture”.
La proposta nasce da dieci anni di esperienza: “Abbiamo constatato - prosegue Mossino - che le comunità dei migranti sono una risorsa da mettere a sistema. Spesso i migranti si affidano a chi ha una matrice culturale simile, quando non dispongono di una rete parentale, che sono il modello più efficace per l'integrazione”.
E conclude: “Questa soluzione può funzionare se non si concentrano grandi numeri di migranti, diluendo la loro presenza sul territorio. Davanti alla crisi a cui stiamo assistendo, questa proposta che svantaggio può avere?”.
Tra coloro che hanno apprezzato la proposta c'è il Vescovo di Asti, Francesco Ravinale: “A caldo l'ho ammirata. Occorre però vedere se è praticabile, se c'è veramente la disponibilità ad accogliere. Certo, le grandi strutture vanno verso grandi pericoli. E per chi emigra la cosa più semplice è trovare un amico o un parente su cui fare affidamento. L'idea è buona, ma penso che ci siamo anche altre ricette”:
Esprime disappunto invece Pierfranco Verrua, assessore ai Servizi Sociali del Comue di Asti ed esponente della Lega: “In questo momento la città sta passando una crisi economica pazzesca. Aggiungere altre persone in cerca di reddito sarebbe devastante. Per questo dico che una proposta del genere non è fattibile. Chiunque venga a vedere i nostri uffici dei Servizi Sociali si renderà conto di quanta gente si rivolge a noi. Inutile aggiungere bisogno a bisogno. Se si vuole fare accoglienza si deve garantire un'opportunità concreta a chi arriva. Piuttosto occorre puntare sulla solidarietà nel campo della cooperazione internazionale dove si possono ottenere dei risultati credibili”.
Nei giorni scorsi ad Asti si sono rincorse voci di possibili arrivi di profughi, finora smentite dalla Prefettura.
“Asti non è tra i siti disponibili - conferma Verrua - per la sua situazione economica e per l'assenza di strutture in grado di funzionare come CPT”.
La Stampa, Piemonte e Valle d'Aosta, 4 aprile 2011
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