Sanatoria truffa e permesso ex art 18 - Possibile e giusto ma attenzione!
La segnalazione viene dal Naga di Milano e trova conferma anche da parte della nostra redazione
La sanatoria truffa, inutile ricordarlo, è in queste settimane al centro del dibattito politico in questo paese.
Dopo le straordinarie mobilitazioni di Brescia e l’occupazione della Torre di via Imbonati di Milano, si è aperto uno spazio di discussione che prima appariva impossibile.
Le battaglie, che in diverse forme hanno preso piede in tutta la penisola, hanno registrato, oltre alla risposta pesante da parte del Ministero dell’Interno culminata nell’espulsioni di alcuni migranti, anche qualche risultato positivo.
Alcune Procure, infatti, hanno aperto uno spiraglio, anche attraverso dichiarazioni pubbliche degli stessi procuratori (è il caso di Verona), alla concessione, nei confronti dei truffati, del permesso di soggiorno ex art 18 del TU.
Attenzione però, non vi è alcun automatismo tra la denuncia presentata da parte del soggetto truffato ed il parere positivo della Procura, rivolto alle Questure, affinché rilascino tale titolo di soggiorno.
In alcuni casi questo è stato possibile a fronte delle circostanze specifiche delle indagini nei confronti dei truffatori che evidenziavano l’esistenza di vere e proprie associazioni a delinquere, in altri casi, interpretazioni ancor più "aperte" sono state sostenute dalle mobilitazioni dei migranti e delle associazioni.
Dall’altro lato però è utile segnalare, così come ha fatto l’Associazione Naga di Milano, che, secondo l’applicazione attuale e prevalente della normativa, purtroppo, se un cittadino straniero, ancora in fase di emersione, denuncia il datore di lavoro o il soggetto che lo ha truffato, non ottiene automaticamente un permesso di soggiorno. Il rischio quindi è quello di andare incontro a contestazioni di reato.
E’ utile segnalare inoltre che i migranti truffati una volta, rischiano di essere in qualche modo oggetto di una seconda "truffa". Non abbiamo paura di segnalare che, purtroppo, alcuni "professionisti", a cui poco si addice questo termine, non hanno esitato a far presentare denunce senza preoccuparsi preventivamente di rilevare le eventuali possibilità di accedere al permesso di soggiorno per protezione sociale (preoccupandosi però di farsi pagare) e neppure successivamente avendo attivato percorsi in tal senso, approfittando della disperazione degli interessati e della loro volontà (legittima) di far emergere la situazione, il raggiro di cui sono stati oggetto, frutto si una sanatoria ingiusta che ha offerto ad affaristi e faccendieri il terreno su cui costruire profitti.
Questo significa che non è possibile fare nulla? Assolutamente no!
Le mobilitazioni in corso e quelle che stanno via via prendendo forma (a Milano è stato aperto un tavolo di confronto con la Prefettura sul tema), insieme al lavoro di centinaia di professionisti (veri) che mettono le loro competenze a servizio di questa giusta battaglia, possono aprire scenari inediti e positivi per i diritti dei truffati e contro una sanatoria che oggi ancor più di ieri rivela la sua natura: una truffa, già da quando era stata pensata.
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