martedì 20 dicembre 2011

Rapporto Annuale del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati Anno 2010/2011


L’immigrazione è fenomeno strutturale della nostra epoca, che coinvolge ingenti masse di persone, di cultura, lingua e religione diverse, le quali per scelta o, ancora più per necessità, lasciano i loro Paesi di origine in cerca di un futuro migliore.
L’Europa tutta è coinvolta dai processi migratori e l’Italia è in prima linea, impegnata attraverso una serie di iniziative nella gestione dell’emergenza, nel contrasto all’immigrazione clandestina e nelle politiche d’integrazione.
Certo, ci sono gli sbarchi sulle coste meridionali e le problematiche legate all’accoglienza e alla sistemazione di migliaia di persone e questo è l’aspetto che più risalta all’opinione pub¬blica, anche perché oggetto di particolare attenzione da parte dei media.
Vi è, però, anche un’altra realtà, meno conosciuta, perché meno visibile e quindi meno percepita dalla gente comune, ma estremamente importante, poiché interferisce nell’ordinario svolgersi della vita civile e incide in modo rilevantissimo sulle strutture sociali, culturali ed economiche delle nostre comunità.
Il riferimento è agli stranieri, che in modo silenzioso e pacifico tendono ad integrarsi nel nostro tessuto sociale.
Questo particolare aspetto offre molti spunti di riflessione. Uno dei più rilevanti, confermato anche dal rapporto SPRAR 2010/2011, è che fra gli stranieri presenti regolarmente in Italia cresce il numero delle donne e, soprattutto, dei minori.
Si tratta di un dato importante e imprescindibile per ogni politica dell’integrazione che possa realmente definirsi tale.
Non esiste, infatti, la politica dell’integrazione, ma tante politiche d’integrazione quanti ne sono i destinatari. E se in Italia cresce la popolazione straniera femminile e minorile, di ciò bisognerà tenerne conto per calibrare al meglio tali politiche.

Per quanto riguarda le donne, vanno ricordate le misure di contrasto ai fenomeni della violenza e della tratta che, a fronte di una collaborazione fattiva da parte delle vittime volta all’accertamento di responsabilità penali, contempla strumenti quali il permesso di sog¬giorno per motivi di protezione sociale (art. 18 d.lgs 286 del 1998). A questa normativa, in genere, è affiancata tutta una serie di servizi diretti all’assistenza psicologica e all’integrazione sociale, cha vanno, per la loro rilevanza strategica, rafforzati e resi più incisivi. Si pensi, altresì, alle azioni di sostegno alla donna straniera in quanto madre che, spesso, si trova a dover affrontare la gravidanza o a dover crescere i propri figli in condizioni di assoluta difficoltà. Ebbene, su tutto questo versante della tutela della donna straniera molto è già stato fatto, ma tanto resta ancora da fare.

Ai minori, invece, va riservata una particolare attenzione se non altro perché le loro generazioni saranno in gran parte destinate, nei prossimi anni, ad una piena inclusione con l’attribuzione dello status civitatis. Su di loro dovranno sempre più essere concentrate risorse e attenzioni, attraverso il riconoscimento del ruolo centrale e strategico della scuola di ogni ordine e grado. E’, infatti, la scuola, ovvero l’accesso all’istruzione, la via maestra per comprendere i valori fondanti della società e imparare ad essere cittadini attivi della nostra Repubblica.

Ma la tematica offre la possibilità di sottolineare un altro aspetto molto importante, ovvero il fatto che in questo settore vi è uno dei più evidenti esempi di proficua collaborazione tra lo Stato, gli enti locali e il mondo dell’associazionismo laico e religioso.
E qui è d’obbligo citare il Servizio centrale del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e rifugiati (SPRAR), che coordina in rete tutta una serie di servizi di accoglienza e integrazione erogati dagli enti locali in favore dei richiedenti asilo e degli stranieri che hanno ottenuto una delle tre forme di protezione internazionale, che vanno sotto la denominazione di status di rifugiato, protezione sussidiaria e protezione umanitaria.

In tale ambito, il Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’interno ha saputo mettere in campo un insieme di progetti, molti dei quali appunto in collaborazione con le autonomie locali e con il mondo del volontariato, tesi a rafforzare la capacità ricettiva e a rendere più efficace l’opera di questo Sistema verso il quale tutta l’Europa guarda come a un modello da imitare.

Prefetto Angela Pria
Capo Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del ministero dell’Interno


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