Aumento
della prostituzione in città? Il Comune studia lo zoning
E'
diventato quasi un argomento tabù, di cui più nessuno parla e per
il quale sono in pochi ad avere il polso della situazione cittadina.
Eppure qualche segnale di cambiamento nel mondo della prostituzione
astigiana è arrivato, ed è anche forte e chiaro. Infatti, non sono
pochi i cittadini che hanno segnalato una presenza più massiccia
delle prostitute in città, nelle zone residenziali. Una tendenza
che si registra dal rientro delle ferie e che, apparentemente non
avrebbe nessuna spiegazione. Non si capisce se si tratti
semplicemente di una "migrazione" dalle vie più
periferiche della città verso il centro, oppure si si tratti di un
arrivo massiccio di ragazze "nuove". Nei posti
"storici" della prostituzione sono aumentate le presenze e
cominciano a spuntare ragazze (e anche molti trans) in posti che non
erano mai stati scelti prima, come la zona del Pam che approfitta del
forte passaggio di auto.
Per
il resto, in corso Gramsci, corso Don Minzoni, resto di corso Torino
e poi viale Don Bianco e, per la prima volta, anche in corso Venezia,
con ragazze particolarmente appariscenti. Si tratta soprattutto di
ragazze dell'Est, anche questo un fenomeno che sembrava superato
dall'"ondata" delle donne africane le quali, invece,
segnano una minore presenza. «Non abbiamo ancora analisi
approfondite di questo aumento di presenze sulle strade della città
- spiega Alberto Mossino che, con il Piam, da dieci anni
conduce l'attività contro la tratta delle donne e opera con l'unità
di strada- ma quello di cui siamo certi è che sia un fenomeno
slegato dagli sbarchi dei profughi dalla Libia; non vi è alcun
legame perchè le rotte delle prostitute sono totalmente diverse
da quelle dei migranti». Questo nuovo allarme non è passato
inosservato neppure in Comune dove sono giunte analoghe segnalazioni
di presenze "imbarazzanti" sotto i condomini cittadini in
zone rimaste finora fuori dalla vita notturna di lucciole e clienti.
«Non
posso ancora anticipare nulla di definitivo -commenta il sindaco
Brignolo - ma stiamo cercando una soluzione per confinare
l'attività di prostituzione in zone della città che non rechino
disagio alla popolazione residente». Conferme non ne arrivano, ma
potrebbe trattarsi del progetto di "zoning" proposto
proprio dal Piam qualche tempo fa sulla scorta di esperimenti in
altre città italiane. Per descrivere di cosa si tratti, bisogna
sottolineare che non si tratta di un quartiere a luci rosse nè di
un "recinto" per prostitute e neppure di ghettizzazione
di aree cittadine.
Il
progetto si propone di ricercare, insieme a cittadini, associazioni
di categoria, forze dell'ordine e associazioni che si occupano di
prostituzione e tratta delle donne, delle aree in cui la
prostituzione si può concentrare evitandone così la dispersione
e l'inevitabile occupazione di zone abitate dai cittadini. Si
scelgono strade e piazzole servite adeguatamente dal punto di vista
della circolazione stradale e dell'illuminazione notturna per
garantire una maggiore facilità di intervento in caso di
emergenza e una maggiore sicurezza delle ragazze sulla strada che
sarebbero meno esposte alle violenze e alle rapine, con un beneficio
sull'ordine pubblico di tutta la città.
Daniela
Peira
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