Sono ancora negli occhi di molti i baraccamenti dello scorso settembre sulla piazza di Canelli e il tremendo titolo dell'espresso sulla "vendemmia della vergogna" mentre la nuova stagione è alle porte e tutta la filiera spera di non dover rivedere quelle immagini. Che hanno fatto un enorme danno in termini economici e di immagine. Ora una soluzione sembra potrebbe arrivare all'interno della paritetica, quella in cui si trova l'accordo tra produttori e industriali. Quando i giornali, il settembre scorso, hanno ripreso lecondizioni in cui i vendemmiatori erano costretti, per ragioni di risparmio, a vivere è stato evidente che il danno era fatto. Perché accostare l'ospitalità dei contadini di Langa alle situazioni tragiche di Rosarno e Saluzzo è stata una ferita anche per gli stessi agricoltori. Ferita su cui, anche per ragioni puramente di interesse alcuni hanno sparso sale. Come i francesi che hanno colto la palla al balzo per assestare un colpo all'immagine dello spumante principe italiano.
Perché ci piaccia o no, al di là delle ragioni di civiltà e umane che spingono a dare ospitalità dignitosa a chi sta lavorando, qui si parla essenzialmente di soldi. Di quelli che si rischia di perdere se il nome dell'Asti verrà associato a condizioni di sfruttamento. Proprio per questo una delle soluzioni possibili potrebbe arrivare proprio dall'accordo sulla paritetica del moscato. Dove sarebbe sufficiente prevedere una specifica ritenuta di pochi centesimi al quintale per garantire una giusta ospitalità ai vendemmiatori. Ritenuta che poi potrebbe essere gestita in accordo con la Prefettura per garantire ospitalità dignitosa. Con un investimento probabilmente modesto e senza ricadute sul welfare sociale. Sentito a margine dell'Assemblea della Produttori, sembra d'accordo il presidente Giovanni Satragno.
«Se si parla di investimenti non giganteschi - ha commentato Satragno - e ciascuno fa la sua parte sono d'accordo». Dello stesso avviso anche Giorgio Ferrero candidato PD alle prossime elezioni regionali. «Qui non stiamo parlando di una questione di cifre - ha dichiarato Ferrero - ma di un punto fondamentale di civiltà. Che ovviamente ha anche delle ripercussioni in termini di immagine. Si rischia che tutta la promozione venga affossata, quello che serve va messo assieme. Per noi è un fattore prioritario». Altro elemento su cui bisognerà porre l'attenzione è che chi recluta i vendemmiatori si faccia carico anche di una dichiarazione di ospitalità. Ora non resta che sentire cosa ne pensano Agrinsieme e gli industriali.
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